Villino Liberty in vendita a Monteverde Vecchio, Roma
Sviluppo cielo terra per complessivi mq 450 con 600 mq di giardino privato con posti auto
Il villino, ubicato nella zona di Monteverde vecchio di Roma, si sviluppa su 3 piani fuori terra ed un piano seminterrato, con una proiezione in pianta di circa 100 mq per piano oltre ad un annesso esterno a destinazione residenziale. L’immobile risulta ristrutturato sia nelle parti esterne che al suo interno .
Risulta cosi suddiviso :
Il piano terra con doppi accessi si compone di un ingresso che precede un ampio salone doppio , una cucina abitabile , un servizio e disimpegni .
Al piano primo si hanno 3 camere e due servizi ed al piano secondo una ampia zona living sottotetto e due camere.
La dependance esterna ospita un soggiorno con angolo cucina, 1 camera e servizio.
L’intero immobile con con giardino esclusivo su tre lati , per le sue caratteristiche e la valenza storico-architettonica, si presta ad una vocazione tipicamente residenziale.
Ulteriori informazioni, di carattere riservato, oltre quelle presenti alla pagina pubblicata su questo villino di pregio a Monteverde Vecchio nel nostro catalogo di immobili a Roma, potranno essere fornite attraverso accreditamento, per accedere ad un ulteriore area riservata.
La proprietà valuta una possibile permuta con analogo villino, o metratura omogenea in unico appartamento, in zona Prati, Prati delle Vittorie o Parioli.
Si valutano attentamente offerte di vendita di beni immobili cielo terra in tutte le zone della capitale entro o a ridosso Mura aureliane.
Il quartiere Monteverde di Roma
L’area storica di Monteverde, quartiere di Roma posto in aderenza alle pendici del Giancicolo, dove si individua questa offerta immobiliare di pregio viene formalmente divisa in due ambiti, Monteverde Vecchio e Nuovo, dualismo tradizionalmente radicato anche nella percezione dei suoi abitanti soliti pensare che a Monteverde nuovo si concentri la borghesia ‘produttiva’ mentre Monteverde vecchio sia l’area di elezione della borghesia intellettuale.
La realtà dei rispettivi tessuti socio-economici ha una qualche attinenza con la percezione ma, risulta più variamente disomogenea.
La questione non marginale e certamente più interessante e’ invece relativa alla notevole presenza di luoghi di interesse storico, artistico, paesaggistico e archeologico, disseminati nel quartiere di Monteverde.
In primis una delle aree verdi di maggior estensione della capitale, Villa Pamphilij , residenza storica che comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari), tenuta di campagna dell’omonima famiglia nobile romana, progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, dalla fusione di diverse vigne preesistenti. Resa parco pubblico nel corso del Novecento, divisa in due nel 1960 per l’apertura di via Leone XIII (tratto della via Olimpica), e aperta al pubblico nel 1972.
Segue una altra notevole concentrazione di interessanti luoghi storici e parchi, Villa Sciarra, il parco di Villa Baldini, le catacombe di San Pancrazio, i sepolcri di via Ravizza, la riserva naturale della Valle dei casali, le importanti architetture degli ospedali Spallanzani e SanCamillo-Forlanini (sulla cui destinazione degli spazi oggi inutilizzati, si potrebbe aprire un lungo dibattito, stante l’inerzia dell’amministrazione comunale ad attribuirne una valenza urbana significativamente capace di mutare il valore di questa micro-zona), ed ulteriori e emblematici esempi dell’architettura primi ‘900.
Il quartiere, ricompreso nell’area ovest della capitale, nasce contemporaneamente con il piano regolatore del 1909, ma in realtà lo sviluppo edilizio seguirà vicende alterne e momenti diversi, come testimonia il tessuto urbano visibile ad oggi, variamente edificato a villette basse con giardino privato nell’area intorno a Via Alessandro Poerio, Via Carini e via Cavalcanti;
Corpi di fabbrica in linea, intensivi, alti, nella zona tra via di Donna Olimpia e via dei colli Portuensi, ‘Torri urbane destinate a rispondere alle istanze dettate dall’emergenza abitativa innescata dai grandi sventramenti del Borgo ai primi del ‘900, operati dal regime fascista di Mussolini, prima che si concentrasse sulla citta che guardava verso il mare, la visionaria realizzazione del quartiere Eur 42 in occasione della esposizione internazionale di Roma del 1942 che, una volta finitia la guerra, si proietterà verso un modello di città amministrativa e direzionale.
Seguirà una notevole espansione urbana in questo ambito, a causa degli scellerati piani regolatori succeduti dopo quello del 1909, redatto da Edmondo Sanjust di Teulada all’epoca del sindaco Nathan, specialmente negli anni 60 e 70 del ‘900, ad opera dei famigerati quanto spietati palazzinari della tradizione Romana.
L’area del quartiere Monteverde posta a sud, e’ quella storica di origini quasi certamente medioevali, il toponimo probabilmente si riferisce al colore verdastro del tufo di cui è composta la collina. In quest’epoca l’area era divisa da una cesura costituita dalla Via Vitellia che conduceva fino alle saline del Tevere nei pressi di Fiumicino, e da altri percorsi minori, come il vicolo della Serpe, che lambivano i campi ed i giardini delle ville suburbane e forse ancor prima di alcune Domus agricole di epoca Romana che non e’ dato conoscere stante la notevole stratificazione del territorio avutasi nei secoli.
E’ infatti noto che tra la fine del III e l’inizio del IV secolo furono realizzate le catacombe di San Pancrazio, al di sopra delle quali venne realizzata per la sua venerazione la Basilica di San Pancrazio costruita per volere di papa Simmaco (498-514) successivamente ricostruita nella prima metà del VII secolo, ad opera di papa Onorio I.
Come molte aree sub urbane di Roma anche questa si conserva con una vocazione tipicamente agricola fino al XIX secolo, fino a quando in epoca pre-unitaria Monteverde fu protagonista degli aspri scontri tra l’esercito francese e le truppe della Repubblica Romana guidate da Garibaldi durante l’assedio del giugno 1849, producendosi in questa occasione notevoli e gravi danni alle ville e i resti storici concentrati nell’area.
Vengono cosi a realizzarsi nel successivo periodo post unitario, nei primi decenni del ‘900, i caratteri tipici dell’attuale morfologia urbana, composta da villini in stile liberty nella parte sommitale, come il villino che proponiamo in questo articolo, proseguita fino al dopoguerra con edifici a carattere variamente più intensivo.
Oggi Monteverde Vecchio è abitato dall’alta borghesia della Capitale e da una classe sociale di professionisti che desiderano vivere in un area verde e poco densamente abitata, posta a pochi minuti di bicicletta dal centro storico di Roma