Innocenzo Sabbatini: Circonvallazione Clodia 36

innocenzo sabbatini circonvallazione_clodia 36

Tra il 1927 e il 1929 l’Arch. Innocenzo Sabbatini realizza le case economiche ICP Trionfale V, lungo la circonvallazione Clodia, dove dimostra un approccio del tutto originale alla grande dimensione, reiterando con diverse e varie declinazioni, tutti gli elementi della composizione architettonica, quasi ironizzando con alcuni aspetti, tipicamente riconducibili ad un modo di fare illuminato dell’architettura di inizi ‘900, non uniformata al neoclassicismo ne conformata ai dettami razionalisti dell’avanguardia fascista guidata da Piacentini, ad assecondare il programma di mantenimento del consenso programmato dal duce.

Sababatini riesce ad operare all’interno di questo sistema apportando un opera di elevatissima originalità e contribuendo a definire e caratterizzare diversi brani del tessuto urbano di Roma.

innocenzo sabbatini circonvallazione_clodia 36

La decorazione architettonica era «ispirata ad un notevole movimento di masse di linee, nella ricerca di una musicalità di spazi con poche note d’ombra e di colore chieste alle falde dei tetti e alle canne fumarie, alle cassette dei fiori o ad un modesto motivo di ferro, ad un pilastro di pietra e di mattoni, o ad un tenue aggetto di cornicione» (Calza Bini, 1924, p. 310).

In questo articolo voglio soffermarmi sulla realizzazione dei prospetti sud ed ovest della casa economica di Circonvallazione Clodia 36, dove Sabbatini esprime una sintassi che richiama il sobrio decorativismo di ascendenza Viennese indugiando su elementi classici e rivisitando in modo originale le mensole curvilinee sotto ai marcapiani, e i balconcini a loggia che emergono dalla massa del corpo di fabbrica, con un effetto plastico di estrusione della materia, definendo significativi effetti chiaroscurali attraverso i giochi d’ombra che si proiettano sulla facciata.

innocenzo sabbatini circonvallazione_clodia 36

L’elemento d’angolo definisce la continuità volumetrica tra il prospetto ovest e quello sud, e caratterizza il corpo di fabbrica anche attraverso il suo elemento conclusivo, un timpano mistilineo, rivisitando la forma classica e restituendo anche qui un episodio sorprendente ma in accordo al contesto ed in continuità con l’elemento conclusivo del prospetto Ovest che presenta una ulteriore declinazione di forma quasi neobarocca a sottolineare il carattere eclettico dell’opera Sabbatiniana.
Il ritmo delle bucature viene reso originale come una partitura musicale, attraverso l’alternanza di logge, archi, piattabande e nuovamente elementi curvilinei ai margini verticali delle finestre che modificano la percezione classica restituendo un effetto morbido che filtra ed enfatizza l’armonia di insieme e la lettura della facciata

innocenzo sabbatini circonvallazione_clodia 36

Anche la soglia di accesso dalla strada, attraverso il portale curvilineo definito da un elemento trilitico costituito da un arco inquadrato e poggiato su colonne tozze dal diametro marcato definisce un carattere del tutto originale che, anche qui attraverso la curva degli elementi verticali induce lo sguardo ad addentrarsi all’interno del giardino, rimanendo sorpresi dai dettagli e le sfumature compositive dell’opera architettonica di Sabbatini: il cancello in ferro battuto, i corrimano delle due rampe che conducono all’ingresso del palazzo, simmetrico ma ravvivato dal ritmo delle mensole e dei marcapiani.

innocenzo sabbatini circonvallazione_clodia 36

Le lampade e i sostegni, in ferro battuto, che emergono del prospetto richiamano quegli elementi dell’immaginifico medioevalismo che ricorrono anche negli edifici gravitanti attorno a piazza Brin (1920-22) come nell’edificio pubblico (1921-23) e in quello multiuso per abitazioni e cinema (1922-25) affacciati su piazza Sempione.

Innocenzo-Sabbatini-circonvallazione_clodia_lampade
Innocenzo-Sabbatini-circonvallazione_clodia_lampade

Con questo palazzo Sabbatini dimostra ancora una volta una libertà compositiva da autodidatta privo di veri e propri maestri, che lo preserva da ogni forma di accademismo.

L’uso continuo degli elementi classici dell’architettura antica gli permette rifiutare l’adesione incondizionata alle diverse correnti dei suoi tempi, garantendogli un’autonomia di indagine e sperimentazione disciplinare.

La composizione Urbana di Sabbatini

Sabbatini contribuisce a quella tendenza di recupero del rapporto fisico tra scala edilizia e scala urbana definendo un architettura varia ricca ma al contempo mai eccessiva, contribuendo a generare episodi urbani complessi. Egli si adatta al contesto urbano dando luogo ad episodi paradigmatici che a loro volta diventato riferimento per la città. Nella sua dialettica, l’elemento architettonico , fortemente caratterizzato , si impone nella compattezza dell’immagine. Nella casa economica del Trionfale V , sabbatini evoca organismi ed elementi storici, che pur mantenendo un legame con il contesto, prefigurano una città spazialmente e formalmente autonoma. Attraverso operazioni di sottrazioni e manipolazioni della massa egli crea una continuità spaziale tra ambienti aperti, semiaperti e chiusi, tali da definire soluzioni architettoniche del tutto originali.

Giova ricordare come Sababtini, in collaborazione con Gustavo Giovannoni, realizza le borgate giardino della Garbatella e Aniene (l’odierna Montesacro), impostate sul modello delle garden-cities inglesi, dove definisce un rapporto tra tessuto urbano e spazi verdi, cha ancora oggi conserva e mantiene un carattere di notevolissima originalità e capacità di adattare le proprie morfologie alla domanda residenziale contemporanea, come se egli avesse già prefigurato un evoluzione attraverso la capacità di adattamento della propria sintassi compositiva alle diverse declinazioni dell’istanza abitativa che gli sarebbe succeduta.

Tra il 1927 e il 1928 innalzò all’interno della Garbatella, che lui stesso aveva contribuito a connotare come un’amena città-giardino, le mastodontiche moli degli alberghi suburbani destinati a ospitare gli sfrattati del centro città per effetto delle opere di sventramento, e vi convogliò memorie futuriste con la più autentica e genuina cultura architettonica romana. Il libero e articolato svolgimento planimetrico si discostava dallo sviluppo degli assi stradali, così da creare le migliori condizioni di aria e di luce. Era il rifiuto espresso in ambito romano della rue-corridor tanto biasimata da un campione della modernità quale Le Corbusier.

Il progetto venne esposto, per iniziativa di Adalberto Libera e Gaetano Minnucci, che riconobbero appieno la dirompente novità della proposta, alla prima Esposizione italiana di architettura razionale (1928).

Sempre di Sabbatini anche la casa del Sole in via della Lega lombarda, configurata come un sofisticato congegno eliotermico, sagomato attraverso la sovrapposizione a gradoni dei volumi appartenenti allo sviluppo verticale, secondo una strategia compositiva adottata a Parigi da Henry Sauvage negli immeubles di rue Vavin (1912) e di rue des Amiraux (1922).

Nel 1944, per le sue convinzioni antifasciste, venne nominato presidente della giunta comunale di Numana (Ancona) dal Comitato di liberazione nazionale.

Arch. Alessandro Mori

Bibliografia: Innocenzo Sabbatini – Architetture per la città – Bruno Regni e Marina Sennato

 

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