Dal Maxxi al Museo della Scienza

La Città della Scienza al Flaminio, davanti al Maxxi di Zaha Hadid, si farà. E avrà un padrino d’eccezione, il premio Nobel Giorgio Parisi.
Lo ha stabilito una delibera della giunta capitolina, proprio nel giorno dell’annuncio della nascita del Grande Maxxi, con tre ministri e il sindaco Gualtieri. “Sarà il Nobel Giorgio Parisi“, ha annunciato il primo cittadino, “a guidare il Comitato che darà un volto preciso al progetto del grande polo scientifico”, quello che si alzerà al posto dei capannoni dell’ex Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione, in un’area di 72 mila metri su via Reni.
Un intervento che si inserisce nel Nuovo Flaminio che si alzerà, con case e alberghi, al posto delle ex Caserme davanti a quello che diventerà il Grande Maxxi. E il sindaco ha già incontrato l’architetto Renzo Piano per un restyling verde di tutto il quartiere.

Cronoprogramma fittissimo: la scadenza per presentare i progetti è fissata al 13 maggio. Il 10 giugno sarà proclamato il vincitore del bando internazionale. Poi il via ai cantieri. Fine lavori, da previsione: l’anno 2026, quando vedrà la luce il progetto «Grande Maxxi», come è stata definita l’operazione presentata il 10 febbraio da Giovanna Melandri, presidente della Fondazione, e dai tre ministri coinvolti nell’ampliamento del museo di via Guido Reni: Dario Franceschini, Cultura, Enrico Giovannini, Infrastrutture e Mobilità sostenibili, e Lorenzo Guerini, titolare della Difesa.

Il Maxxi dunque si amplia: l’edificio «storico», quello progettato da Zaha Hadid e inaugurato dieci anni fa, non sarà toccato ma sarà oggetto di un intervento di efficientamento energetico. Accanto, in un’area rimasta disponibile e non ancora costruita, sul lato nord, sorgerà invece un nuovo edificio con giardino pensile sul tetto, di due piani più parcheggi interrati per 4 mila metri quadrati. Lo stesso bando prevede anche una prolungata area verde, sempre lungo il fronte di via Masaccio, attualmente in gran parte adibita a parcheggio, che collegherà tutto il complesso e che servirà sia per le esposizioni artistiche, sia per ospitare orti urbani e altri progetti green, sia come area di sosta pubblica.

La Città della Scienza” si legge nella delibera “dovrà rappresentare tutti gli aspetti della scienza: logico/filosofico e metodologico, sperimentale, applicativo, storico sociale, nonché svolgere un fondamentale ruolo aggregativo, sia per la comunità scientifica cittadina, offrendo luoghi di confronto e condivisione, sia per la partecipazione e l’ascolto del territorio, a servizio dei cittadini e delle strutture scolastiche, come luogo per la formazione, di educazione e per l’apprendimento permanente”.
E si parla anche della previsione di “aree associative e ricreative ed esposizioni esterne, strutture con strumenti e luoghi di riflessione scientifici e di laboratori, in spazi verdi e con piccoli bacini di acqua, serre e giardini scientifici sul modello dello Science Museum di Londra”.
Il Campidoglio avvierà un concorso internazionale, che sarà bandito e svolto dal Comune e si concluderà con “l’affidamento ad un unico progettista o gruppo di progettazione al fine di avere un progetto unitario” e con un bando per un appalto pubblico. “La realizzazione della Città della Scienza è un progetto al quale crediamo moltissimo”, conclude l’assessore alla Cultura Miguel Gotor “perché Roma abbia, come hanno già Milano o Trento solo per fare due esempi, un grande polo del sapere”.

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