Escher ritorna a Roma con la più ampia esposizione mai realizzata dedicata a lui, celebrando il centenario della sua prima visita nella città nel 1923 presso Palazzo Bonaparte.
Escher, un olandese riservato, ma straordinariamente geniale, ha lasciato un’impronta indelebile attraverso incisioni e litografie, trasportandoci in mondi immaginifici e impossibili che uniscono arte, matematica, scienza, fisica e design.
Scoperto relativamente recentemente, Escher ha affascinato milioni di visitatori nel mondo, intrigando sia gli amanti dell’arte che gli appassionati di matematica, geometria, scienza, design e grafica. Le sue opere rappresentano un unicum nell’ambito della storia dell’arte, affrontando una vastità di temi.
La mostra romana, eccezionale, presenta non solo i suoi capolavori celebri ma anche opere inedite mai esposte prima, con una collezione di circa 300 pezzi, inclusi lavori iconici come “Mano con sfera riflettente” (1935), “Vincolo d’unione” (1956), “Metamorfosi II” (1939), “Giorno e notte” (1938) e altri.
Escher ha vissuto a Roma per dodici anni, dal 1923 al 1935, al civico 122 di via Poerio, influenzando profondamente il suo lavoro futuro, concentrato su litografie e incisioni dei paesaggi, scorci e architetture della Roma antica e barocca, in particolare nelle atmosfere notturne, illuminate appena da una lanterna mentre disegnava seduto su una sedia pieghevole.
La mostra a Palazzo Bonaparte presenterà anche la serie completa dei “12 Notturni romani” prodotta nel 1934, rendendo omaggio a quei momenti speciali che Escher ricorda con affetto.